ArtShaker #24: l’erotismo secondo le stampe giapponesi “Shunga”

Ci eravamo lasciati con le stampe erotiche cinesi Chungong Hua le quali diedero origine, una volta portate oltre i confini, alle stampe erotiche giapponesi Shunga. Con questo articolo intendo concentrarmi ora proprio su questa – ormai – celeberrima forma d’arte nipponica.

Shunga (春画) significa “pittura della primavera”. È possibile notare come nel nome sia presente un evidente richiamo a quello delle stampe Chungong Hua (che significa “pittura del palazzo di primavera”). Il periodo di maggior successo per i Shunga è da collocare in un periodo che va dal XVII al XIX secolo, ovvero il cosiddetto periodo Edo. Prima di quest’epoca tali stampe costituivano una tipologia di prodotti artistici riservata agli altolocati uomini della corte imperiale. Ovviamente coloro che avevano il potere per farlo tentarono di fermare la diffusione di queste stampe, considerate oscene e pericolose, ma con scarso successo: infatti, anche quando gli editti si fecero più feroci la produzione di queste stampe sopravvisse, diventando clandestina.

Gli artisti che produssero i Shunga erano quelli che si occupavano delle stampe ukiyo-e (浮世絵), letteralmente “immagine del mondo fluttuante”, prodotte per una massa che non poteva permettersi dipinti veri e i cui soggetti erano scorci della città, personaggi famosi (ad esempio attori) e, successivamente, paesaggi. Nella categoria delle stampe ukiyo-e rientra la celebre Grande onda di Kanagawa di Hiroshige.

Katsushika Hokusai, La grande onda di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del Monte Fuji, 1830 ca.,
New York, Metropolitan Museum, credits

Protagoniste di queste stampe erotiche giapponesi erano le geishe e le prostitute. La fama di alcune di esse spesso travalicava i confini della città in cui lavoravano. Anche gli attori di Kabuki furono immortalati su queste stampe, poiché anche loro si prostituivano. Naturalmente erano pochi gli uomini che potevano permettersi di comprare i servizi di questi personaggi, di conseguenza coloro che non vi avevano accesso riversavano i loro piaceri proprio su queste stampe. A farne uso erano anche le donne, le quali vedevano i loro uomini costretti a trascorrere un lungo periodo lontani da casa. Queste opere assumevano anche una funzione istruttiva, per esempio quando venivano regalate alle giovani donne, così che una volta sposate sapessero cosa avrebbero dovuto fare nel talamo nuziale.

Le stampe ci danno esempi di rapporti eterosessuali e omosessuali, nonché di episodi dove trionfa l’autoerotismo; non mancano neppure episodi di zoofilia erotica, di cui l’esempio più famoso è dato dal Sogno della moglie del marinaio di Katsushika Hokusai (1760-1849), che fu il punto di riferimento degli artisti produttori di stampe Shunga.

Katsushika Hokusai, Sogno della moglie del marinaio, 1820
credits

Le scene erotiche generalmente sono ambientate in luoghi realistici e anche le figure umane sono ben proporzionate, ad eccezione degli organi genitali, sia maschili che femminili, ben evidenziati e, in alcuni casi, ingigantiti. Queste caratteristiche si possono osservare nelle stampe di Kitagawa Utamaro (1753-1806), che godette di una fama a livello nazionale quand’era ancora in vita. Ciò che lo rese molto celebre furono sicuramente le donne da lui dipinte, caratterizzate da una psicologia complessa, che, grazie alla sapiente attenzione dell’artista, riesce a trasparire attraverso piccole variazioni della fisionomia o con oggetti e dettagli del kimono. Come Hokusai, anche Utamaro si dedicò alla produzione di Shunga. Molto noto è il suo album Ehon Komachi-biki del 1802: Komachi-biki è un’espressione che significa fare l’amore con una bella donna. Si tratta di dodici stampe a tema erotico, probabilmente pensate con un ordine progressivo delle stagioni.

Kitagawa Utamaro, stampa erotica dall’album Ehon Komachi-biki, 1802, Honolulu, Honolulu Museum of Art
credits

La stampa qui presentata, ad esempio, è ambientata in una stagione calda: i due amanti sono sdraiati a terra, senza coperte, a differenza di altre stampe dello stesso album dove le due figure sono intrecciate sotto un pesante panno. L’uomo è completamente nudo, l’abito sotto di lui, mentre la donna è seminuda e, con un movimento complesso, si è sistemata sopra all’amante. La gamba sollevata è forse voluta dall’artista affinché possa vedersi l’amplesso raggiunto, altrimenti celato. Sul pannello che fa da sfondo è stata dipinta dell’acqua che scorre, una metafora sessuale che richiama l’orgasmo.

Il mondo dei Shunga è popolato da altri importanti artisti, come Suzuki Harunobu e Isoda Koryusai, ognuno caratterizzato diversamente grazie al proprio stile. Si ritiene che sia proprio da quest’arte che derivino i famosi hentai giapponesi: manga e anime a carattere erotico noti in tutto il mondo grazie a Internet.

Articolo pubblicato da Vanessa Ferrando

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